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Alberto D’Atanasio
 
Docente M.I.U.R. di Storia dell’Arte e Semiologia dei Linguaggi non Verbali

 
 
Annalisa Picchioni è sì un’artista che usa l’arte astratta per esprimersi, ma il suo non è un creare una realtà diversa opposta a quella reale perché si sente aliena da ciò che vive. Lei non cerca un rifugio e una nuova patria nel suo fare arte ciò che lei crea è un vero canto in cui emerge la sua anima fatta di femminilità di magia e di voglia di stupirsi nonostante il grigiore di questi tempi. Notevole è la sua capacità di disporre i colori nella profondità illusoria del piano ed è in questo che lei ha la genialità del musicista. Le forme e i colori sembrano sorvolare uno spazio che è rigido nella geometria del supporto poi tutto ciò che è sopra quest’area diviene  libero e in virtù di quell’universo illusorio acquisisce dignità in un apparente disordine. È evocativa la pittura di Annalisa Picchioni, il suo apparente disordine è il movimento dell’anima è il vento dei sentimenti, il fremito delle sensazioni che ci fanno sentire vivi in questo mondo che rende afoni e atoni ogni movimento dell’interiore. Annalisa Picchioni ha la capacità, rara, di rendere l’irreale capace di generare emozioni e l’osservatore si riconosce e si ritrova nella composizione magica di una giovane donna col cuore da ragazza senza tempo né tempi.
 
Dott.ssa Elena Gollini
Curatrice d'arte e giornalista

La ricerca condotta da Annalisa Picchioni racchiude una visione romantica dell'arte e del concetto di romanticismo inteso come espressione di una spiccata sensibilità, che si rivolta e si libera dalle precedenti regole per cercare nuove fonti d'ispirazione, in una prospettiva di peculiare soggettivismo. Questa concezione la conduce a tradurre e trasmettere stati d'animo, sensazioni interiori, passione, forza, amore, sentimenti di stupore e meraviglia. Lo start di partenza per il concepimento dell'opera da tale visione-idea romantica, che si concretizza sull'aspetto formale delle tele, genera una proiezione interiore e spirituale dell'arte scaturita dall'immaginazione, dalla sfera fantastica, dallo spirito d'invenzione e dalla componente onirica del sogno. Caratteristica distintiva primaria del suo fare arte nell'azione esecutiva è la percezione di cogliere nell'attimo presente la sintesi delle cose, così come il desiderio impellente di riscoprire l’eternità in ciò che appare come effimero, la perennità in ciò che risulta sfuggente e inafferrabile. Il quadro non è soltanto la rievocazione rappresentativa della registrazione di un avvenimento vissuto nella concretezza e materialità, ma bensì la registrazione di una scenario di tipo immateriale e astratto, con sfumature tonali e segniche che si fondono tra loro in un'armoniosa composizione dinamica, a cui viene impressa una prospettiva di plastica tridimensionalità.
La costruzione narrativa viene attraversata da un'intenzionale indeterminatezza ottica, attribuendo particolare importanza all'elemento cromatico, nell'intento di rendere al meglio le vibrazioni della luce ed evidenziare la densità strutturale e il carattere di affascinante e misteriosa indecifrabilità delle raffigurazioni. Si delinea un'elegante raffinatezza d'insieme con uno stile fondato sull'arguta intuizione progettuale e su una predilezione soggettiva, che sfocia in una rivisitazione lontana e distaccata dai ferrei precetti dottrinali e dai rigidi canoni dogmatici. La realtà esterna perde ogni potere costrittivo di condizionamento e forzatura e fornisce infinite opportunità e spunti d'immaginazione. Per lei tale opportunità diventa come una sorta di "inesauribile tastiera musicale" su cui, nel seguire i dettami del proprio cuore e il moto dell'anima, è libera di improvvisare un virtuale "motivo in musica" a suo gusto e piacere, da poter condividere poi con il fruitore.
Si può ravvisare una significativa corrispondenza simbolica tra pittura, letteratura, musica, colori, parole, sonorità, elementi virtualmente congiunti insieme che le servono per tradurre e reinterpretare le percezioni sensoriali avvertite, arricchendole di messaggi sottesi trasferiti nelle creazioni. In tal senso l'artista suggerisce la "musica delle cose" e nelle vesti di "poetessa e musicista dell'arte" crea ciò che recepisce e sente, imprimendo nelle opere i sentimenti che la pervadono. Dichiarava William Blake: «Quando le porte della percezione si apriranno, tutte le cose appariranno come realmente sono: infinite». Così il percorso visionario affrontato dalla Picchioni si propone come premessa fondamentale di uscire dall'ambito critico e analitico, di spogliare i contenuti dalla retorica, di dimostrarsi osservatori integri, di vedere la pittura e il gesto elaborativo con gli occhi dell'anima, acquisendo un'espressione artistica spontanea, autentica e diretta e lasciando allo spettatore la libertà di immergersi dentro l'essenza delle raffigurazioni e carpirne il linguaggio puro e l'atmosfera incontaminata che le avvolge.

annalisapicchioni.ap@gmail.com


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